Cinema e Scuola
 
Ancora su sceneggiatura e dintorni

di Rosy Prudente

Cme promesso, facciamo ricorso a qualche esempio per capire quali sono le possibilità di trasposizione di un’opera letteraria in film.
Un primo terreno di analisi (lettura del te-sto/ visione del film a parte) è costituito dalla comparazione tra pagina scritta e sceneggiatura. Un’indagine di questo tipo, definita molti anni fa - da Oreste Del Buono - il “confronto dei pedanti”, serve a chiarire come è stato trattato il testo ispiratore e quale atteggiamento si è assunto rispetto ad esso. L’esperienza e la storia del cinema dimostrano che l’eccessiva fedeltà al precedente letterario “paga” molto di rado.
Numerosi sono i film che si limitano alla trasposizio-ne in immagini delle pagine di narrativa. In questi casi non esistono scarti significativi tra le opere (fatto salvo il diverso medium che le veicola); il regista si pone al servizio dello scrittore, in atteggiamento di riverente, ma sterile, rispetto. Vi sono situazioni in cui il rapporto è più sottile e complesso: il testo letterario offre spunti per rielaborazioni originali, i legami - comunque intensi - vanno scoperti attraverso un’attenta comparazione perché il regista ha metabolizzato l’opera e l’ha fatta propria, inserendovi elementi nuovi, dichiarando la propria autorale e autonoma visione del mondo.

Le concrete indicazioni che seguono possono servire a far comprendere meglio il concetto. Visconti è stato un regista letterario. Quasi tutti i film da lui realizzati traevano origine da romanzi di successo: sia che si trattasse di un noir americano fattogli pervenire clandestinamente da Jean Renoir sia che la fonte ispiratrice fosse da ricondurre alla tradizione letteraria classica e nostrana. Sin dall’esordio (Ossessione, 1943), il lavoro compiuto sul testo (“Il postino suona sempre due volte”) si rivela ricco di suggestivi sviluppi e di originali adattamenti. Pensiamo, per limitarci a qualche flash, alla sostituzione dell’ambiente americano di Cain con quello della bassa ferrarese; all’utilizzo della cultura musicale di Luchino (dall’operistica alla canzonetta) a servizio della narrazione, anche con significativo ruolo anticipatorio rispetto agli eventi (es. a Ferrara: “Voglio offrirti una bambola rosa”, preannuncio della maternità di Giovanna); all’introduzione di personaggi assenti nel romanzo e con valenza politica destabilizzante rispetto al conformismo di regime (lo Spa-gnolo, anarchico e - probabilmen-te - omosessuale); all’assorbimento - sul piano tecnico ed espressivo - della lezione del realismo cinematografico francese (assistentato alla regia presso il grande Renoir nella seconda metà degli anni Trenta).

Senza infamia e senza lode si rile-vano altri adattamenti più lineari e fedeli. Per limitarci a un’indicazio-ne che può essere “sfruttata” dal punto di vista della proposta didattica nella scuola superiore, citiamo Sostiene Pereira (1995) di Roberto Faenza, tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Tabucchi. La sostanziale fedeltà al testo scritto ha impedito al film di diventare opera nuova e convincente dal punto di vista artistico . Un discorso a parte meritano altri rari esempi di “banale” trascrizione. Pensiamo a Il mistero di Oberwald realizzato da Michelan-gelo Antonioni nel 1980. La distanza tra il film e il dramma di Jean Cocteau “L’aquila a due teste” a cui si ispira, è minima. Qui il regista ha voluto disimpegnarsi sul fronte dei contenuti (e l’ha apertamente dichiarato), intervenendo al minimo sulla scrittura drammatica ispiratrice, per dedicare tutte le energie alla sperimentazione tecnica.
Il film è stato girato interamente con telecamere; lo sfruttamento del mezzo elettronico ha permesso un primo e libero approccio al nuovo strumento tecnico, ha reso possibile la scoperta delle sue potenzialità e dei suoi limiti). Questa lunga carrellata può essere utile quale indicazione operativa da proporre agli studenti degli ultimi anni della scuola secondaria. La sfida alla scoperta di affinità e differenze tra romanzo e film può essere un utile pretesto per avvicinarli ad opere altrimenti guardate con sospetto e disinteresse e per far maturare nuove consapevolezze sulle differenti modalità narrative di letteratura e cinema.