Il documentario di Giancarlo Rolandi sceglie il bianco e nero per ricordare Ennio Flaiano. Uomo di penna, Flaiano, che è nato giornalista e morto sceneggiatore. Ad alcuni dei suoi amici e compagni di avventura è affidato il racconto, che parte dal volo per la notte degli Oscar, in cui viene premiato insieme a Fellini per Otto e 1/2, e si snoda poi testimonianza per testimonianza, citando aforismi dall'ironia fulminate e aneddoti biografici.

Una macchina da scrivere è il fil rouge della pellicola, che restituisce la figura del burbero scrittore pescarese con i toni del disincanto e della onestà intellettuale per cui era famoso. Elio Germano si presta a dar voce e volto ad alcuni degli scritti di Flaiano destinati al teatro, facendo rivivere gli anni della Roma de I Vitelloni e interpretandoli in modo pulito e divertente.

L'operazione è riuscita: Flaiano: il meglio è passato costruisce un film intelligente, riassumendo in poco meno di un'ora i tratti essenziali di una figura di intellettuale ironico e onesto, spesso dimenticato, che vale la pena di rileggere e cui va reso il giusto merito.

Tiziana Vox