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ALL INCLUSIVE 3D   versione testuale
di NADIA RANOCCHI, DAVID ZAMAGNI

Delude il film italiano in 3D “All Inclusive”. I registi sperimentali David Zamagni e Nadia Ranocchi sicimentano in un lavoro con intenti artistici alti ma che alla fine dimostra ben poco. Siamo a Marina di Massa, sul viale che conduce alla torre della colonia marina Fiat in una imprecisata epoca del nostro recente passato, forse gli anni Settanta, per gli abiti, forse oggi, per alcuni dettagli dell’arredo evidentemente contemporanei. Una giovane ragazza è incaricata di essere la direttrice dell’enorme albergo
con alcuni, pochi, collaboratori e pochissimi avventori. Per la loro inefficienza e per pretesti futili, un capello in un piatto, una sigaretta dimenticata, una poco di ubriachezza, li uccide uno dopo l’altro e si ritrova a fare tutto da sola.
L’uso del 3D è poco giustificato, in questa pellicola lenta, che lascia allo sguardo molto tempo per spaziare nella profondità finta degli ambienti dell’albergo sempre uguali a se stessi. Si percepisce il desiderio di usare in modo nuovo questa possibilità del cinema contemporaneo, senza nulla lasciare alla solita spettacolarità alla quale ci hanno abituato le produzioni internazionali del 3D, ma la poeticità di questi spazi tridimensionali, il bianco e nero e il realismo interrotto dalla pazzia della protagonista non
convince lo spettatore.
 
Simone Agnetti
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