¡Vivan las antipodas!
di Victor Kossakovsky
Alice nel paese delle meraviglie sognava di poter cadere attraverso la terra e poter incontrare la gente che cammina a testa in giù, quel sogno di Carroll è divenuto una visione poetica nel film ¡Vivan las antipodas! del documentarista russo Victor Kossakovsky. La maestria tecnica, la resa visiva, la fotografia e il montaggio di questo film sono un omaggio sorprendente alla storia del cinema e alle sue poesie visive davanguardia. La proiezione inizia con la celebre prima fotografia dalla finestra di Niépce e dal quel momento Kossakovsky ci mostra otto luoghi contemporanei agli antipodi sul globo terracqueo: Argentina e Cina, Cile e Russia, Nuova Zelanda e Spagna, Botswana e Hawaii. Luomo con la moderna macchina da presa scruta gli opposti del mondo, li indaga, li eleva a poesia di forme, di colori e di situazioni. Ma il regista gioca ancora con il cinema e ci mostra luscita degli operai da una fabbrica di Shanghai con la stessa inquadratura fissa con la quale più di centanni fa ci avevano mostrato i loro operai i fratelli Lumière e ci mostra una balena spiaggiata in Nuova Zelanda guardata con curiosità dalla gente come Fellini alla fine della Dolce Vita ci mostrava la manta gigante morta sulla spiaggia. Il film scorre con un tempo suo, sostenuto da una calzante e adatta colonna sonora e ci eleva lo sguardo con voli e movimenti di camera azzardatissimi, inquadrature sghembe, torsioni e immagini ribaltate. A fare da base e rientro del girovagare della cinepresa, agli antipodi di Shanghai cè Entre Rìos, una casa nelle grandi distese argentine con due fratelli custodi di un ponte fluviale. I due, in attesa del transito di qualche macchina alla quale fare pagare il pedaggio, chiacchierano pacatamente del mondo, mentre dallaltra parte quasi due milioni di persone si affannano nella megalopoli cinese. Simone Agnetti
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