Film civile e collettivo di cui c’era il bisogno per ridare memoria al disastro del terremoto di Messina e Reggio del 1908 e alle ancora peggiori situazioni createsi nei giorni seguenti per le incapacità amministrative nel gestire i soccorsi. Quattro maestri del cinema italiano del calibro di Francesco Maselli, Carlo Lizzani, Nino Russo e Ugo Gregoretti portano sullo schermo storie di dolore e di speranza. Il film si avvale di attori al massimo della forma (Amanda Sandrelli, Massimo Ranieri, Paolo Briguglia, Lucia Sardo, Gianfranco Quero) che hanno una presa tale sul pubblico da farli sentire quasi come presenti su di una scena teatrale piuttosto che nel quadro di un film. Interessanti le soluzioni tecniche per le ricostruzioni di Reggio Calabria e Messina distrutte dal terremoto e dal maremoto. Gli episodi del film passano dal racconto vivo della tragedia di morire tra le macerie, all’episodio di morte per fraintendimento linguistico coi soccorritori russi di cui è protagonista un bravissimo Massimo Ranieri, al racconto cronachistico del giornalista socialista Giovanni Cena in visita nella distrutta Reggio Calabria, al racconto paradossale, quanto mai veritiero, del pescatore di Messina che decide di non morire finché non gli viene affidata la casa della ricostruzione che gli spetta, e a forza di aspettare resta in vita fino ai giorni nostri, sbeffeggiando regimi, stati e burocrazie.

 

Simone Agnetti