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Amore Carne   versione testuale
di Pippi Delbono

Il regista Pippo Delbono si racconta. I suoi incontri, gli amici, la madre. Sullo sfondo la malattia, l’Aids contratto 22 anni fa. E dalla malattia nasce quel bisogno di sentire le vite degli altri come la propria. C’è tutta la simpatia umana per l’uomo che si mette a nudo con forza spudorata e tutta la comprensione dello spettatore. Poi però deve esserci anche il giudizio sulla prova artistica, che non trova una sua dimensione e non è mai davvero efficace. Al realismo quotidiano delle immagini risponde infatti la retorica delle parole fuori campo, poesie di dubbio valore recitate con un’enfasi fuori luogo, col risultato di allontanare decisamente il pubblico dall’immediatezza del documento. Pare che il film sia stato girato tutto con un telefonino, merito davvero piccolo se si pensa che le immagini non hanno mai una ricercatezza formale o una qualche forma di complessità che stupisce in rapporto alla modestia del mezzo utilizzato. Al contrario alla modestia del mezzo corrisponde la modestia del risultato.
 
Alessandro Cinquegrani
 
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