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Hong Kong: da gangster a broker finanziari   versione testuale
"Duo mingjin (Life Without Principles)" di Johnnie To

I gangster diventano broker finanziari. Torna al Lido per la quarta volta il maestro del cinema di Hong Kong Johnnie To. Il film in concorso Life Without Principle intreccia tre fili narrativi: un’impiegata di banca è costretta a piazzare fondi ad alto rischio ai suoi clienti per raggiungere gli obiettivi di vendita assegnati e si trova a possedere casualmente una borsa con 5 milioni; un piccolo malvivente della yakuza è al servizio dei boss della città cercando di salvare l’onore e i guadagni di tutti; un inappuntabile ispettore di polizia, orgoglioso del suo sobrio stile di vita, deve prendere decisioni cruciali per la vita sua e di sua moglie nelle quali è fondamentale il fattore economico. La vita di tre piccoli uomini con un disperato bisogno di denaro che si incrocia. Sullo sfondo la grande città cantonese nella quale To ha ambientato, come tutti i registi della scuola di Hong Kong, film violenti di guerriglia mafiosa, nei quali i colpi sparati non si potevano contare. La rivoluzione di Life Without Principle sta nel fatto che i malavitosi non sono più intenti a spararsi per dominare il territorio, ma fanno i consulenti finanziari, giocano in borsa, gestiscono banche e prestiti. La guerriglia si sposta dalle strade agli uffici: droga, prostituzione, taglieggiamenti sono nulla in confronto ai guadagni che si possono fare con i mercati finanziari. A complicare tutto il crollo degli stati europei e della borsa americana con grosse conseguenze anche per la Cina. Non una pallottola in tutto il film, ma complessi intrecci di carattere economico e speculativo per indagare un’epoca che pare basare tutti i suoi valori sul denaro e sul profitto.
 
Simone Agnetti
 
 
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