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SPRING BREAKERS   versione testuale
di HARMONY KORINE

Il regista Harmony Korine utilizza colori acidi, montaggio serrato e stile da video-clip per raccontare il passaggio all’età adulta delle quattro giovani protagoniste, in cerca di se stesse e – soprattutto – di nuovi orizzonti e avventure.
Faith, Cotty, Candy e Brit partono alla volta della Florida, “terra promessa”, set di concerti in spiaggia, musica a palla, festini a base di sesso e droga, proprio come in un video clip di cui siano le protagoniste. In quel contesto sembra loro di aver raggiunto il centro del mondo. Ma l’allegra confusione nasconde insidie e pericoli: la polizia le arresta ad una festa. A pagare la cauzione per loro, il gangster della zona, Alien, che vorrebbe farne le sue protette.
Il gruppo si sgretola. Una delle ragazze decide di tornare a casa, mentre le altre vivono la propria iniziazione alla vita sotto la guida tutt’altro che edificante del rapper.
Il racconto di Harmony Korine descrive le protagoniste tra incoscienza, ingenuità, leggerezza, stupidità e ambizione, rappresenta ciò che è nel loro immaginario il “sogno americano e utilizza, per farlo, gli elementi tipici della cultura pop.
Il risultato è un film dal ritmo serrato, per molti versi quasi un video musicale, che ricorre a immagini forti e a una colonna sonora che sovrasta anche le battute e i pensieri dei personaggi, spesso affidati alla voce fuori campo.
Espediente, quest’ultimo, che accanto al moto perpetuo della macchina da presa, favorisce la partecipazione dello spettatore alla vicenda.
La parabola discendente delle teen-agers protagoniste, raccontata in modo tanto eccessivo, non può lasciare indifferenti.
 
Tiziana Vox
 
 
 
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