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PASSION   versione testuale
di BRIAN DE PALMA

Rimettendo in pista i canoni del suo cinema, dallo sdoppiamento dei personaggi al mascheramento, ad un uso della macchina da presa e del montaggio capace di grande suspance fino ad un utilizzo narrativo dello split-screen nel quale convivono la scena del bacio dell’assassino e il contemporaneo bacio nel balletto del Pomeriggio del fauno di Debussy, De Palma confeziona un thriller psicologico sul rapporto tra potere ed erotismo che sfocia nella follia del delitto. Tratto da Crime d'Amour di Alain Corneau, il remake Passion (in concorso) del regista statunitense si presenta, tuttavia, al Lido con un carico di promesse di inquietudine e terrore solo in parte davvero mantenute. Possiamo apprezzarne la reinvenzione di un voyeurismo, ingrediente anch'esso del cinema di de Palma, che viene amplificato dall'utilizzo davvero intelligente dei nuovi mezzi di comunicazione (peraltro presenti in maniera massiccia in questa edizione del festival, basti pensare a Disconnect di Henry Alex Rubin). Smartphone, webcam e youtube diventano così strumenti dello “stile de Palma” creando nuove profondità di campo “virtuali” a servizio della tensione narrativa e di vendette incrociate, ma non sappiamo trovare altre vere novità che non fossero già attese (e già viste) in altri film del regista, qui alla sua prima produzione europea, il quale pare compiacersi troppo della sua arte dimenticando (?) di non farcelo notare. La prova, va detto, rimane comunque di alta e raffinata scuola e ne viene un film godibile che può davvero aprire, speriamo, strade artistiche non ancora battute.
 
Matteo Franzoni
 
 
 
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