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CLARISSE   versione testuale
di LILIANA CAVANI (documentario)

Semplice, essenziale e intriso di umanità, il documentario di Liliana Cavani dà corpo e voce alla realtà della clausura femminile, mettendo il pubblico a contatto diretto con le Clarisse di Urbino.
Nel rispondere alle domande poste dalla regista, la comunità racconta sé stessa con autenticità e compostezza. I temi proposti nell’intervista vengono affrontati in una prospettiva che sa muoversi con disinvoltura dal piano individuale delle singole esperienze di vita a quello generale delle riflessioni sulla Chiesa e sulla società. Emergono in particolare le considerazioni sullo specifico della vocazione e dell'impegno femminili, fatti di accoglienza ma anche di dono, e sullo scarso riconoscimento per il ruolo della donna nella Chiesa; sulla difficoltà nell'interazione e cooperazione con i sacerdoti e sulla poca considerazione che la Chiesa in primo luogo spesso dedica alle comunità monastiche e claustrali.
Vicinissime e allo stesso tempo lontane dal mondo, le Clarisse presentate dalla Cavani, con la loro semplicità priva di fronzoli – confermata dalla chiarezza degli sguardi, sui quali la cinepresa insiste ripetutamente – suscitano in chi guarda un duplice stupore. Quello di scoprire, o meglio di rammentare l'esistenza, anche dentro a un convento, di un’umanità viva e vivace, aperta e sensibile ai problemi più scottanti della società e capace di coglierne il nocciolo con acume e intelligenza. E quello di ascoltare un linguaggio non incomprensibile ma forse dimenticato, che parla di gratuità e di coraggio: doti indispensabili per compiere una scelta di vita tanto radicale con la lucida consapevolezza, dichiarata nel corso dell'intervista, di essere considerate inutili, ma vissuta con fiducia nel ruolo irrinunciabile dell’“arma fragile” costituita dalla preghiera.
 
Sara Garofalo
 
 
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