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BAD 25   versione testuale
di Spike Lee

La personalità, l'immagine o, meglio ancora, il mito di Michael Jackson emerge da questo documentario di Spike Lee, che propone una serie di interviste a chi l'ha conosciuto, ha lavorato con lui, ne ha seguito le orme o semplicemente ne ha amato la musica. Un grande, lunghissimo backstage che si concentra sull'album Bad, sulla genesi e la selezione dei brani e sulla realizzazione dei video, che hanno mutato il modo di intendere il video musicale. Il regista sceglie di non indagare la figura controversa del cantante, ma mira, consapevolmente, all'apologia. Viene così raccontata la fase più alta del successo e poi il dolore per la sua morte tralasciando del tutto la fase della decadenza, dei problemi personali e giudiziari, della crisi di identità. Gli eroi sono tutti giovani e belli, viene da dire, e anche buoni. E questo film ci parla esattamente di un eroe buono. Un eroe, si deve aggiungere, rigorosamente afroamericano, come si ripete più volte non facendo cenno a come vivesse questa identità. La scelta, si diceva, è consapevole e si inserisce nella poetica del regista, che si propone quasi un intento sociologico, quello di non privare un popolo di un eroe. E di eroi, quel popolo, e non solo quello, ha ancora uno straordinario bisogno.
 
Alessandro Cinquegrani
 
 
 
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