cerca nel sito
 Red Carpet - Notizie dai Festival - Speciali Venezia - Speciale Venezia 2012 - Orizzonti - THE MILLENNIAL RAPTURE (SENNEN NO YURAKU) 
SENNEN NO YURAKU (THE MILLENNIAL RAPTURE)   versione testuale
di KOJI WAKAMATSU

Vagiti e rantoli, amore e morte, narrazione e estetica, opposti che si scontrano e coesistono in uno spazio mitico. Koji Wakamatsu, la cui carriera di sperimentatore dell’arte cinematografica copre mezzo secolo di storia giapponese, presenta negli Orizzonti Sennen no yuraku (The Millennial Raptus). I pianti dei bambini benvoluti dagli dei, i rantoli del sesso desiderato dagli uomini, lo spasmo dell’erotismo che scivola in fretta verso l’esalazione dell’ultimo respiro, il fluire del racconto che scorre come una fiaba mitica e la gelida e alienante pasta azzurrognola della telecamera digitale: questo il mondo che Wakamatsu propone portando sullo schermo il successo letterario Mille anni di piacere dello scrittore Kenji Nakagami. Wakamatsu concentra il lavoro di regia sugli attori che si muovono sullo sfondo di un villaggio portuale orrendamente squallido e contemporaneo. L’abbigliamento è volutamente e vistosamente teatrale, appare antico ma non propone nessuna ricostruzione storica e filologica. L’insieme dà come risultato un non-tempo, un tempo che può essere qualsiasi epoca. La levatrice del paese racconta le tre generazioni di una famiglia di uomini bellissimi, per cui le donne impazziscono e accomunati da una frettolosa e tragica morte. Una maledizione ancestrale ha reso il loro sangue maledetto al punto tale che morte e amore vi gravitano attorno attratti in modo irresistibile e sui loro corpi cadono senza rimedio. L’azione si svolge nel vicolo d’un borgo marinaro di fronte al quale si apre una piccola baia, che lo stesso regista ha scelto per la sua forma uterina, come a voler raccogliere in un luogo protetto lo svolgesi della narrazione. Graffiano lo spettatore le scelte estetiche nelle quali, se l’audio è perfettamente sorretto da una bellissima e ricercata colonna sonora di musica contemporanea giapponese, la parte video è volutamente e vistosamente non classica, dando allo spettatore la sensazione di un videotape domestico, lontano anni luce dal calore della vecchia pellicola.
 
Simone Agnetti
 
 
 
stampainviacondividi