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ACCIAIO   versione testuale
di STEFANO MORDINI

L’Italia della crisi è in buona parte riassunta in questa pellicola di Stefano Mordini ambientata nella periferia di Piombino. Tratto dal pluripremiato romanzo omonimo di Silvia Avallone, è la storia della sofferta adolescenza di due amiche tredicenni, dei loro padri assenti, di adulti violenti e persi nello sconforto tra i quali tentare di crescere. Sullo sfondo, lei: la fabbrica, l’acciaieria appoggiata al mare come un mostro marino dall’alito di fuoco, un mostro che ha partorito generazioni di operai, ma che ora potrebbe sprofondare da un giorno all’altro sotto gli attacchi della crisi economica. Il pensiero corre alle molte vertenze aperte nel nostro paese. Ma il film non parla e non vuole parlare di questa crisi, bensì di una crisi più profonda, radicata negli animi di molti italiani, della mancanza di speranza e della rabbia degli adolescenti che “per fare qualcosa di buono devono sempre andare altrove, perché qui i vecchi si prendono tutto”. La regia tentenna nel portare a compimento la psicologia dei personaggi, ma va detto che quando ci riesce ne viene un potente (e terribilmente inquieto) ritratto dei nostri figli, spesso abbandonati al loro confuso mondo di nuove scoperte e tentati da vetrine pericolose per “farsi strada” nel mondo (web o night club che sia…). Film a tratti poetico ed emozionante, a tratti riflessivo, impreziosito dall’ottima interpretazione delle esordienti Anna Bellezza e Matilde Giannini (classe 1995).
 
Matteo Franzoni
 
 
 
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