WHY DON'T YOU PLAY IN HELL?
di Sion Sono
Inizio ricco di attese per la sezione Orizzonti alla 70 Mostra dArte Cinematografica di Venezia. Sion Sono torna al Lido (nel 2010 presentava Himizu, complesso film sul disastro di Fukushima) riproponendo, a suo modo, il mito giapponese della yakuza e, allo stesso tempo, raccontando la passione nipponica per il cinema. Jigoku de nazu warui (Why Dont You Play in Hell?) racconta di un giovane regista amatoriale, fanatico per il cinema dazione, con al seguito i fedeli compagni di sempre, che vaga per le vie della città in cerca di materiale interessante da filmare. Contemporaneamente la bella Mitsuko, bimba di appena dieci anni, nonché figlia di un potente boss locale, spopola sulle Tv in uno spot su un dentifricio che si basa su un tormentone musicale. Dieci anni dopo il giovane regista attende ancora di poter fare un film, mentre Mitsuko infligge ad un suo giovane amante, reo di averla tradita e abbandonata, una morte da vera figlia della yakuza: langelica bimba dai bei denti bianchi rompe una bottiglia di vetro, ne raccoglie i pezzi, li fa mangiare allex amato e, con un ultimo bacio appassionato si vendica del torto subito. La faida tra clan rivali si accende e diviene loccasione di fare un film, un ultimo grandioso film di azione con protagonista Mitsuko. Sono Sion usa una cifra stilistica spinta al limite, come nel suo stile, con situazioni drammatiche miste a comiche. Gli stereotipi televisivi e i virtuosismi cinematografici si alternano in un omaggio ampio alla passione del regista per il cinema di azione, da Bruce Lee a Tarantino passando per il mare magno dei cineamatori e del mondo colorato delle serie televisive trasposti dai manga. Simone Agnetti
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