BAUYR (LITTLE BROTHER)
di Serik Aprymov
Yerken, nove anni, vive solo in un villaggio montuoso del Kazakistan, sorreggendo i fragili legami relazionali della propria famiglia disgregata con la comunità locale. La madre è morta, il padre si è fatto unaltra famiglia in un villaggio vicino e il fratello maggiore studia in città senza troppi risultati. Yerken, senza adulti di riferimento, frequenta diligentemente la scuola e fabbrica e vende mattoni per mantenersi. Il mondo adulto è incapace di essere maturo e riconoscente verso i suoi sforzi, sfruttando la sua intraprendenza per il proprio tornaconto, in primis lo svogliato fratello maggiore sempre in cerca di soldi. Little brother è una commedia amara sulla differenza tra il crescere e lessere adulti. Sullo sfondo della vita di Yerken cè un mondo in decadenza, un paesino in abbandono popolato da personaggi in bilico tra il grottesco e il realismo: limam, lusuraio, gli insegnanti, il preside, la polizia, il proiezionista, le donne, in cui la saggezza e la moralità non sono degli anziani ma dei bambini. Il regista Serik Aprymov, una dei grandi maestri del cinema kazako, non risparmia ironici colpi alle figure che popolano la sua nazione, dando attraverso un racconto di paese, il quadro generale di una nazione. Le antiche tradizioni kazakhe e i lasciti della ex burocrazia sovietica sono sbiaditi sistemi sociali sui quali si poggia lopportunismo quotidiano degli individui. Solo nelle giovani generazioni cè la speranza di un qualche cambiamento per il futuro. Simone Agnetti
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