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WOLF CREEK 2   versione testuale
di Greg McLean

Greg McLean torna a raccontare il male, in un’Australia infuocata, col secondo capitolo di Wolf Creek, che – così dice – è ispirato a una storia vera. Un fanatico assassino rapisce, uccide e disseziona malcapitati turisti stranieri. Pare ne abbia una raccolta assai vasta ed eterogenea, ma l’ultimo lo appassiona e lo impegna in modo particolare. È un maniaco e un nazionalista, un sadico dalla faccia rude ma pulita, apparentemente insospettabile. Il film è una sequenza di facile splatter che non arretra di fronte alla sezione di corpi di cui si illustrano con maniacale precisione gli organi interni. La tensione è gestita con spudoratezza e moderata solo dal citazionismo (Duel per esempio sta alla base di un lunghissimo inseguimento) e da una macabra ironia pulp. Lo sfondo è quello bellissimo del paesaggio australiano che viene attraversato e rappresentato senza  particolare insistenza. Si tratta insomma di un’opera di genere che forse piacerà a qualche appassionato ed ha il merito di non avere alcuna pretesa oltre a rappresentare inutili schizzi di sangue ovunque.
Alessandro CInquegrani
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