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WALESA. MAN OF HOPE   versione testuale
di Andrzej Wajda

Atteso come un kolossal polacco, Walesa. Uomo della speranza dell’anziano stimatissimo Andrzej Wajda bada ad esorcizzare le aspettative, presentandosi piuttosto come una ricostruzione fedele, chiara e obiettiva della vita dell’uomo che ha cambiato radicalmente la storia dell’Europa e del mondo. Il film si apre con l’intervista che Oriana Fallaci, interpretata da Maria Rosaria Omaggio al limite del virtuosismo, fece al leader operaio di Solidarnosc che funge da spina dorsale per una buona parte della pellicola. Il regista si avvale di contributi filmati reali che alterna alla finzione, girando altre sequenze in bianco e nero che assottigliano la distanza tra realtà e finzione, quasi a voler dichiarare la propria fedeltà al vero. Lo stesso Walesa è presentato come un uomo carismatico, un po’ affannato, un po’ spaccone, diviso tra la militanza politica e i sei figli a cui badare, ed è privato di ogni elemento eroico o retorico. L’effetto però è spesso quello di trattenere troppo l’emozione delle conquiste politiche o anche solo della profondità umana, e il film a tratti diviene didascalico inseguendo frettolosamente troppi fatti, senza lasciar penetrare lo spettatore in nessuno di questi. Beati gli spettatori che non hanno bisogno di eroi, a noi piacciono ancora.
 
Alessandro Cinquegrani
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