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NOBODY'S HOME   versione testuale
di Deniz Akçay

La pellicola della regista esordiente Deniz Akçay si spinge con coraggio sul terreno dei rapporti familiari più profondi, mostrando come, in conseguenza della scomparsa della figura paterna, essi possano essere completamente rimessi in discussione e sottoposti a gravi lacerazioni. Veri protagonisti della narrazione sono dunque gli effetti destabilizzanti che il vuoto affettivo determinato dalla perdita del padre genera nel tessuto familiare, esponendolo al rischio di finire letteralmente in frantumi. Molto diverse tra loro, ma tutte delineate con apprezzabile autenticità, sono le figure dei quattro componenti della famiglia: la madre che, nell’alternanza di momenti di depressione ad altri di compulsivo iperattivismo domestico, nasconde la difficoltà di accettare la realtà e di farsi carico delle esigenze dei tre figli; la figlia maggiore, divisa tra la necessità di fare fronte alle carenze materne e il bisogno di costruirsi una vita nuova e autonoma; il fratello adolescente, mosso dal cieco istinto di fuggire di fronte al peso delle responsabilità di nuovo capofamiglia - e lo farà con violenza incontrollata, fino a instaurare un’improbabile relazione sessuale con la madre di un compagno -; la sorella minore, che subisce in termini di solitudine le amare conseguenze della sua situazione familiare.
Lo sguardo di Akçay riesce a illuminare con estrema naturalezza l’ampio spettro di sentimenti che, nel loro intrecciarsi e sovrapporsi, determinano un’irrimediabile confusione nei ruoli. Spicca in questo senso il complesso rapporto di amore-odio tra la madre e la figlia maggiore, che dà vita a scene di particolare intensità drammatica.
Sara Garofalo
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