DIE ANDERE HEIMAT
di Edgar Reitz
Die andere Heimat, quarto capitolo della serie sul tema della patria che impegna Edgar Reitz da circa trentanni, è un film grandioso, maestoso nella durata (circa quattro ore), nel tono, nelle scelte stilistiche (un bianco e nero lucido con rari e significativi sprazzi di colore), e nelle scelte narrative che incrociano ancora una volta la storia di una famiglia con la Storia di una nazione. Questa volta il soggetto è ambientato nella Germania dei primi anni Quaranta dellOttocento, divisa tra la miseria e la carestia e la tentazione dellaltrove, dellemigrazione in Brasile. Due fratelli diversissimi sono gli emblemi di questi due aspetti contrapposti, sognatore e un po matto o un po genio, Jakob, che studia la lingua delle tribù degli indiani dAmerica, concreto e gran lavoratore Gustav che lavora sodo nella fucina del padre e si costruisce una famiglia. Due opposti, che tuttavia si rubano vicendevolmente la vita, sempre in bilico tra un destino ineluttabile e una volontà di rivalsa. Si ha la sensazione di essere di fronte a un capolavoro di un maestro daltri tempi che si offre in tutta la sua bruciante assolutezza ed attualità. Alessandro Cinquegrani
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