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LA RECONSTRUCCION   versione testuale
di Juan Taratuto

Eduardo conduce un'esistenza asettica e solitaria. La sua trascuratezza nei comportamenti, nel modo di vestire e di comunicare spesso lo rende sgradevole agli altri e si presenta, fin dall'inizio della pellicola, come una caratteristica coscientemente voluta, addirittura ricercata. Eduardo, per qualche motivo, vuole essere lasciato solo: per questo non risponde mai quando squilla il telefono. Ha smesso di occuparsi di sé stesso, e, di conseguenza, di chi lo circonda. Ha anestetizzato il suo cuore e ha eretto una barriera che lo separa dal resto del mondo. Ma la vita vera non si lascia mettere da parte facilmente - così come il dolore di quel dente malato che Eduardo rifiuta di curarsi - e lo raggiunge in modo inaspettato, quando il suo amico Mario gli chiede di recarsi in città per aiutarlo, ospitandolo presso la sua famiglia.
Ambientato in una Patagonia desertica e ghiacciata, dove i paesaggi sembrano modellarsi sul progressivo disgelo dell'interiorità del protagonista, La reconstrucción è una pellicola importante, perché parla, su ammissione dello stesso regista, di redenzione, di seconde possibilità. La "ricostruzione" comincia infatti nel momento in cui, invece di fuggire o di nascondersi, si accetta di mettersi in gioco, di compromettersi, di farsi toccare dalle persone e dalle loro storie; di immergersi nelle situazioni senza chiedersi se si sarà all'altezza di gestirle, donando semplicemente quello che si è. L'opera di Taratuto trasmette tutto questo attraverso una narrazione asciutta ed essenziale che, senza indulgere a facili sentimentalismi, riesce a far vibrare le corde delle più profonde emozioni umane. Da segnalare la notevole interpretazione di Diego Peretti (Eduardo).
 
Sara Garofalo
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