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THE HUMBLING    versione testuale
di BARRY LEVINSON

Le premesse non erano tra le più promettenti: 1. Philip Roth ha scritto il romanzo The Humbling attingendo ad uno dei temi più battuti dal cinema, l’ambiguità tra realtà e finzione che si rivela durante la preparazione di uno spettacolo teatrale: un tema ancora buono per la letteratura, ma al cinema ormai frequentatissimo. Che succede dunque quando questa storia ritorna al cinema tramite l’adattamento di Barry Levinson? 2. Al Pacino veste i panni di un uomo e un attore che si sente vecchio, stanco, al capolinea della propria vita e poi trova invece nuove (provvisorie) motivazioni grazie all’incontro con una donna. Ancora questo ruolo? Lo stesso di Manglehorn e di altri cento film?
Sembrava non potesse funzionare, dunque, e invece non è così. Il film si lascia vedere con piacere, grazie alla capacità, tipica di Philip Roth e rispettata dal regista, di mescolare realismo a grottesco, distacco a partecipazione. Al Pacino segue ed esalta questa gamma di toni diversi senza eccedere nel vuoto istrionismo e, pur con qualche elemento di facile retorica (il finale soprattutto), è efficace grazie alla sua densa e malinconica ironia.
 
Alessandro Cinquegrani
 
 
 
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