Sembra impossibile, o quanto meno improbabile, eppure Italy in a day è un bellissimo film. Se abbiamo cercato invano emozioni autentiche in questo festival, trovando spesso giochi intellettualistici o sentimentalismi troppo facili, ora ci vengono servite nel modo più semplice, persino banale, ricorrendo niente meno che alla pura realtà.

L’operazione è audace: è stato chiesto a chiunque volesse di girare un video sulla propria vita in un giorno preciso, sabato 26 ottobre 2013. A Gabriele Saltavores e ai suoi collaboratori il compito, poi, di selezionare, assemblare e montare insieme le moltissime ore di girato per farne un film. Dalla mattina prima dell’alba alla sera dopo il tramonto, seguiamo le vite multiple di italiani qualsiasi nelle loro emozioni quotidiane, ridiamo con loro, piangiamo, fremiamo, come se quelle esistenze sconosciute fossero davvero anche le nostre, come se esistesse un io collettivo che rimpiazza l’eroe delle narrazioni.

Ci sarebbe molto da dire di tecnico: su come, per esempio, il montaggio o la scelta delle musiche sia fondamentale nella costruzione di un film o altre questioni del genere. Ma il punto è un altro: ovvero che per la prima volta, nella scelta radicale che sta alla base della pellicola, vediamo un’opera che viene dal basso, né esibizionista né voyueristica, che rispecchia l’esigenza del presente di esserci, di rappresentarsi, di crederci dell’uomo comune e del volto noto, allo stesso modo. Questo sì è vero cinema 2.0, un’esperienza da non perdere!

 

Alessandro Cinquegrani