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LA VITA OSCENA    versione testuale
di RENATO DE MARIA

Basandosi sul romanzo di Aldo Nove, che è anche co-sceneggiatore, il regista Renato De Maria racconta la vita del poeta adolescente Andrea, orfano di entrambi i genitori, in cerca della morte. Lo stesso attore protagonista Clément Métayer, che con la presenza fisica e la voce-off accompagna l'ora e mezza di film, dichiara che una pellicola del genere vive al limite tra il capolavoro e il disastro.
L'autobiografia giovanile di Aldo Nove è proposta da De Maria con uno stile non usuale in Italia: oltre alla voce narrante in prima persona, che tiene tutta la colonna sonora, il racconto luttuoso è costruito con immagini psichedeliche, stroboscopiche e disturbanti, con fantasie mentali surreali e con una costruzione dei personaggi basata su continui rimandi ad episodi passati. Come dicevamo, il limite per definire questo lavoro è sottile. Tutto il film può apparire come un lungo preambolo a qualcosa che accadrà fuori dalla storia. Quest'attesa che qualcosa abbia inizio se da una parte tiene attento lo spettatore, dall'altra stanca. La morte dei genitori porta Andrea a dissipare soldi in droga e sesso, sperando di morirne presto e in modo orgiastico, mentre il suo apprezzato talento di giovane scrittore sembra essere accantonato e tutto sembra essere perduto.
La musica stordente, le luci forti e i colori alterati accompagnano il suo dolore fino al superamento del lutto. Nell'insieme un lavoro interessante di sperimentazione formale, che però nei contenuto non appare del tutto perfetto e coinvolgente.
 
Simone Agnetti
 
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