Court è il bel film d'esordio del ventisettenne indiano Chaitanya Tamhane, in concorso quest'anno ad Orizzonti. Siamo a Mumbai ed un anziano cantastorie di strada, detto il “poeta del popolo”, viene arrestato durante una manifestazione culturale di piazza con l'accusa di aver incitato al suicidio, con le sue canzoni tristi, un addetto alla rete fognaria trovato morto in un tombino.

Il film narra la peripezia giudiziaria di questo cantautore e, parallelamente, quelle di giudice e avvocati. L'uomo si difende ed è difeso, mentre la burocrazia indiana fa il suo corso. Il regista realizza un film lento e con molte scene affollate, per rendere il mondo indiano nella sua pienezza, una terra dove lo stare soli o in pochi è un fatto rarissimo. Ogni passaggio delle vite narrate è narrato immerso in una folla, alle volte festante, alle volte silenziosa, spesso operosa. Questi gruppi umani, racchiusi in quadri fissi, cantano e ballano spontaneamente, intonando non solo le canzoni tradizionali indiane, ma anche il pop, le immancabili colonne sonore di Bollywood e quelle della televisione. Di contrasto i canti di ribellione dell'uomo che sono motivo di riscatto per gli ultimi e per i poveri. L'indagine umana e la storia sono sovrastate dalla realtà che le circonda raggiungendo, a tratti, momenti di vera e reale poesia visiva.

 

Simone Agnetti