Evgeny Afineevsky, il regista di questo documentario, si attribuisce un compito molto chiaro: riprendere e testimoniare. Lo fa fin dall’inizio, dalle prime manifestazioni in Piazza Maidan a Kiev contro l’allora presidente Yanucovich. Poi seguirà gli eventi per mesi, documentando il crescendo di barbarie e di oppressione da parte delle forze speciali ucraine, dalle cariche ai lacrimogeni, dalle bombe stordenti ai proiettili di gomma, fino ad arrivare ai cecchini e i proiettili veri che uccideranno decine di persone.

È una scelta coraggiosa e radicale: la macchina da presa sta sempre lì, in prima linea, nel cuore degli scontri, e ciò che riprende è sorprendente nel suo orrore. Le immagini rappresentano dunque un documento importante sull’oppressione delle forze dell’ordine sotto il controllo del regime. Il merito della pellicola, in verità, si ferma qui: in Winter on Fire non si trova un vero filo narrativo, come nei migliori documentari, né un crescendo, né figure alle quali affezionarsi. Persino il finale, che doveva essere trionfale è disattivato dagli eventi di cronaca successivi alla caduta di Yanucovich. Ottimi documenti, insomma, per un documentario mediocre. (A.C.)