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BLACK MASS   versione testuale
di SCOTT COOPER

 
Johnny Depp, nei panni del gangster, ha un carisma che ricorda quello del migliore Al Pacino. Qui è quasi irriconoscibile mentre incarna il Male, nella figura ambigua e spietata di James Bulger, detto Whitey. Si tratta di un personaggio reale, uno dei più grandi ricercati dalla polizia americana, dopo che a partire dagli anni Settanta ha tenuto sotto scacco la città di Boston, con la complicità di alcuni agenti dell’FBI.
Il regista Scott Cooper sceglie una linea chiara, classica, senza indugiare in scelte suggestive ma rischiose. La scelta dà i suoi frutti, e il film si guarda col piacere gratuito del cinema di genere di un tempo. Del resto, gli ingredienti della storia reale si attagliano perfettamente a questo tipo di pellicola: attorno a Bulger/Depp si trova un fratello potente e rispettabile, una famiglia amata e persa, la Storia con la maiuscola negli attentati dell’Ira, la connivenza sinistra col potere che lo isola da tutti.
Un materiale ghiotto ma pericoloso, utile per una interminabile serie televisiva, l’averla governata in due ore è un merito importante per un regista ancora giovane.
 
(A.C.)
 
 
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