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TEMPETE   versione testuale
di SAMUEL COLLARDEY

Dom esiste realmente, è un pescatore francese della costa atlantica un po' spaccone, padre goffo ma sensibile, Matteo e Mailys sono i suoi veri figli.
Un film realista, aggiungerei "verista", compiuto e ben fatto, come pochi se ne vedono nella sezione Orizzonti o in tutto il festival di Venezia.
Realismo cinematografico non vuol dire tediare il pubblico pedinando i protagonisti dei film nelle loro lente e sofferte giornate, realismo (come nel Neorelaismo) è soprattutto scrittura fatta per mediare il vero attraverso il linguaggio del cinema.
Il regista Samuel Collardey ci riesce pienamente, permettendosi di usare attori non professionisti ma sinceri e espressivi.
Dom, 36 anni, è un marinaio imbarcato sul peschereccio Petit Gael II partito dal porto di Les Sables d’Olonne, una cittadina della Francia occidentale. L’uomo è abituato a stare in mare per almeno tre settimane di seguito. Nonostante le continue assenze, i suoi figli adolescenti hanno deciso di vivere con il padre dopo il divorzio dei genitori. Ma quando sua figlia Mailys resta incinta, Dom cambia rotta e cerca il riscatto tentando di mettersi in proprio.
Come nei "Malavoglia" di Verga o in "La terra trema" di Visconti, quando l'uomo del popolo cerca di alzare la testa per riscattarsi dai padroni (antichi e moderni) mettendosi in proprio, questo atto di ribellione viene tarpato per riportare le cose al loro stato originale. Non una vera tempesta, come nei due racconti sopracitati, ribalta la barca di Dom, ma una tempesta interiore, il tormento di un'anima semplice, dedita da sempre al lavoro in mare e alla propria famiglia.
 
Simone Agnetti
 
 
 
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