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ITALIAN GANGSTERS   versione testuale
di RENATO DE MARIA

 
Sparano pieni di ideali i giovani fuorilegge italiani del dopoguerra, sparano e sognano un mondo di ricchezza per tutti. Energici e armati come i banditi americani del far west (spesso ex soldati della guerra tra sudisti e nordisti), i nostrani figli della resistenza sono ex partigiani o figli della guerra. Horst Fantazzini (Andrea Di Casa), Renato de Maria (Paolo Mazzarelli), Luciano Lutring (Luca Micheletti), Pietro Cavallero (Aldo Ottobrino), Paolo Casaroli (Sergio Romano), Ezio Barbieri (Francesco Sferrazza Papa): Bologna, Torino, Milano, città industriali da ricostruire, sono i "villaggi" del west dove rapinare le banche e assaltare i furgoni blindati.
 
Da questa epopea nazionale ne naque una giornalistica prima, poi una romanzesca e un genere cinematografico che ha fatto scuola in tutto il mondo: il polizziottesco (o poliziesco) italiano. "Italian Gangester" di Renato De Maria è il luogo cinematografico in cui i personaggi storici (presi dai cinegiornali dell'Istituto Luce e dall'archivio "Home Movies") incontrano quelli psicologici (interpretati da ottimi attori del teatro e del cinema italiano) e si confondono con il piano dei personaggi cinematografici (con spezzoni di cinema di genere della collezione RaroVideo). Il cinema italiano ha adottato da qualche tempo il linguaggio della docufiction per esprimere l'esigenza di raccontare, sviscerare e ripensare la storia nazionale, i suoi chiari e i suoi scuri, i misteri risolti e quelli irrisolvibili.
 
Non documentari, ma drammatizzazione dei protagonisti storici e delle situazioni unita a documenti visivi coevi ai fatti. Questo genere emergente ha ricevuto premi nazionali (si pensi nel 2013 a Sacro GRA vincitore del Leone d'Oro e a TIR vincitore del Festival di Roma) e fama di pubblico (nel 2014 Sabina Guzzanti proponeva a Venezia "La Trattativa"). Venezia Orizzonti e De Maria si reincontrano dopo "La vita oscena" del 2014 con un un viaggio inedito e spettacolare nelle imprese più eclatanti della mala nostrana. Trent’anni di storie violente, una galleria di volti, testimonianze e filmati d’epoca. Il gruppo di attori scelti da De Maria per narrare i protagonisti sorregge il film, le competenze recitative di ciascuno sono utilizzate al meglio, ma nell'insieme la pellicola perde un po' di forza nel suo svolgersi, l'insieme di immagini di varia provenienza si confonde col piano delle storie narrate e quella che era l'idea forte del film diventa, per molta parte del pubblico di Venezia, la sua principale debolezza.
 
(S.A.)
 
 
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