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A WAR (KRIGEN)   versione testuale
di TOBIAS LINDHOLM

 
Le guerre recenti sono traumi collettivi che, seppur combattuti sul fronte mediorientale, hanno lunghi strascichi in occidente, fin dentro le nostre case. L'abile regista danese Tobias Lindholm aggiunge un capitolo alla sua personale ricerca cinematografica di "uomini disperati in piccole stanze" ("R" nel 2008, "Kapringen" nel 2012 presentato in Orizzonti) indagando i sentimenti, le paure, la psicologia dei soldati e delle loro famiglie alla luce della guerra in Afghanistan. Il regista non ha raccontato un fatto di cronaca specifico, ma ha elaborato l'esito delle sue indagini tra i soldati danesi reduci e con persone che hanno vissuto quella guerra dal lato afgano, dando alla storia la forza del realismo. Il comandante di compagnia Claus Michael Pedersen e i suoi uomini sono di stanza in una provincia afghana.
Nel frattempo in Danimarca la moglie di Claus, Maria, cerca di mandare avanti la vita di tutti i giorni. Durante una missione di routine i soldati finiscono sotto il fuoco nemico e per salvare i suoi uomini Claus fa bombardare la zona di attacco causando morti civili. La tripartizione della vita del protagonista costruisce il dramma e coinvolge lo spettatore: la moglie con tre bambini che lo rivuole a casa dopo anni di assenza, la guerra e il sangue versato degli afghani civili uccisi e dei commilitoni feriti che pesano sulla sua coscienza, il processo militare che cerca di dare giustizia ad una situazione che giustizia non ha. Il racconto si muove tra gli ambienti della casa, del piccolo spazio dove la battaglia infervora e del tribunale militare. Il protagonista è mostrato in tutta la sua fragilità, schiacciato dalle proprie decisioni: il dramma di un uomo che è dramma dell'intera umanità.
 
Simone Agnetti
 
 
 
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