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UN MONSTRUO DE MIL CABEZAS   versione testuale
di RODRIGO PLÁ

 
Nel 2007 Rodrigo Plà si presentò a Venezia con "La Zona" vincendo il Leone d'Oro del Futuro come miglior opera prima. Il film, ambientato a Città del Messico, svelò al pubblico europeo l'usanza, molto diffusa nelle metropoli del Centro-Sud America, di creare nelle grandi città delle zone autodifese militarmente dai residenti, con polizia privata, per tenere fuori poveri e delinquenti. Vittime di questo regime di autodifesa sono i bambini di strada che, alle volte intenzionalmente, altre volte accidentalmente, irrompono nella serena quotidianità vigilata delle famiglie benestanti. Il regista uruguaiano propone nella sezione Orizzonti di quest'anno Un monstruo de mil cabezas, altro film che indaga i paradossi della società messicana di oggi.
Lontano dal voler raccontare il folklore o gli aspetti della tradizione locale, il Messico di Plà ci appare moderno e frenetico, schiacciato dalla continua lotta tra l'individuo e la società. Nel tentativo disperato di salvare la vita del marito assicurandogli la cura medica di cui ha bisogno per sopravvivere, Sonia avvia una lotta contro la sua assicurazione sanitaria, una società corrotta e noncurante del benessere dei pazienti. Lei e il figlio finiranno in una morsa di violenza nel tentativo maldestro e non pianificato di ottenere giustizia da soli, minacciando ogni persona coinvolta: dal medico curante, alla telefonista, al socio azionista.
Plà alterna alla narrazione lineare alcuni cambi di sguardo sulla stessa vicenda, vista dal punto di vista di chi in quel momento ha assistito alla scena da una diversa angolatura rispetto a quella principale, questo per sorreggere le diverse voci fuoricampo che scopriremo poi essere quelle del processo riguardante Sonia. Quella messicana appare come una società corrotta e menefreghista, che induce il cittadino a cercare giustizia solitaria, piuttosto che affidarsi alle istituzioni.

Simone Agnetti
 
 
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