Cosa faresti se ti dicessero, per certo, che domani cè la fine de mondo? È questa la domanda di fondo a 4:44 The last day on Earth di Abel Ferrara, pellicola in concorso. A dire la verità non è una domanda; il punto di partenza del film è la certezza della fine di tutto, ora e minuti. Linformazione è comunicata da subito, seguita da una lunga scena damore tra i due protagonisti interpretati da Willem Dafoe, vero attore amuleto del regista, e Shannyn Leight. Abel così mette davanti agli occhi subito le componenti fondamentali dellintera storia: la catastrofe e lamore, quello che alla fine conta. Visionario dietro la macchina da presa, come sa fare lui. Il film poteva inserirsi con musiche (tamburi che richiamano lApocalisse) ed effetti speciali (il cielo che si riempie di lampi verdi è un effetto naturale reale, assicura il regista) nel filone catastrofico, segue invece lintimità dei due protagonisti e delle loro vite; intimità dellanima, oltre che a quella di coppia. Abel Ferrara delinea in maniera quasi autobiografica i personaggi, mettendo dentro molto di sé. I due fanno i conti con il passato, nelle ultime ore, con le proprie relazioni significative, familiari e non, per ritornare al punto di partenza: lamore tra i due. E poi arriva la fine del mondo secondo Abel: sui due abbracciati, che si dichiarano amore, una luce bianca invade limmagine e la cancella. Bianco, e le voci dei due protagonisti. Lapocalisse è piena di speranza, per chi appare spesso come poeta dannato.