Un cavallo di razza rimane tale nonostante il passare degli anni e l‘avanzare dell‘età. Motivo per cui il nuovo film di Robert Redford, The company you keep, pur non essendo un film memorabile, imprime nello spettatore la sensazione di essere di fronte a un prodotto importante, diverso dal solito fluire hollywoodiano. Diversità che affonda le sui radici nella classicità dello stile adottato e nelle tematiche affrontante: già dai primi frame del film Redford ci riporta agli anni settanta, alla guerra del Vietnam e alle contestazioni studentesche. Anni cruciali sia per l‘America che per lo stesso regista, che in quel decennio si è formato umanamente, politicamente e artisticamente. Purtroppo però, al Redford di oggi mancano sia la forza di un tempo (Tutti gli uomini del presidente, I tre giorni del Condor), sia la capacità di mettersi in gioco totalmente (come ad esempio è riuscito a fare Clint Eastwood in Gran Torino). Ciò che rimane è un film di buona fattura, che si fa ricordare per l‘ottimo cast, tra tutti Susan Sarandon e Nick Nolte, e alcune dialoghi davvero riusciti, tramite i quali Redford riesce per un momento a riportare il cinema alla sua funzione di strumento politico di messa in discussione della società che ci circonda.