È un film esilarante She’s funny that way. Peter Bognanovich, grande esperto di cinema, firma una pellicola semplice, una commedia degli equivoci classica, nella quale inserisce gli elementi più classici del genere e I temi ricorrenti: lo scambio delle parti, le coincidenze impossibili, la psicoanalisi, un accenno all’ebraismo, l’ambiguità tra finzione e realtà. Ma lo fa senza intellettualismi, con una consapevolezza di ritorno, che rifiuta il gioco cervellotico attraversandolo e preferisce la risata, non indietreggiando anche davanti a un tono a tratti naif. Motore dell’intreccio è la vicenda di un ricco regista teatrale che regala somme ingenti alle escort che incontra per dar loro una possibilità di riscatto. Ci riesce soprattutto con Izzy che però fa saltare in aria la sua doppia vita. Ma tutti i personaggi che gravitano attorno alla storia principale sono tessere di un mosaico che ha un equilibrio perfetto e regge dalla prima all’ultima sequenza. Soprattutto nell’ultima quando un cameo di Quentin Tarantino mette la ciliegina sulla torta. Esiste un gioco tutto metacinematografico, che gravita attorno a una frase ripresa da un film di Lubitsch, ma quel gioco è trattato con mano leggera, non invade la linearità della narrazione, non ci obbliga a rifletterci su: divertiamoci!
 
Alessandro Cinquegrani
 
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