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GO WITH ME
di DANIEL ALFREDSON


Go With Me è un film tutto sbagliato. Dovrebbe essere un thriller strutturato come un western, col confronto tra buoni e cattivi, nell’ambiente suggestivo del nord-ovest degli Stati Uniti.
Avrebbe gli ingredienti solitamente più adatti, con i buoni scelti tra le fasce più deboli della società – una donna sola, un anziano, un ragazzo balbuziente – che devono affrontare un uomo senza scrupoli. Ma è facile in questo tipo di film perdere il controllo dei vari elementi messi a disposizione e non saper più gestire la materia. Così il cattivo è troppo cattivo – sia trafficante senza scrupoli, sia maniaco, sia capo di bande disposte a tutto, sia solitario ricattatore perverso –, i buoni non hanno nessuno spessore, le loro storie vengono ricostruite poco e con frammenti prevedibili che lasciano indifferenti, i paesaggi quasi non si vedono, e la tensione della scena finale alla quale tutto tende si risolve in pochi minuti, nel modo che tutti ci aspettiamo. Nulla si salva, nemmeno gli attori (Anthony Hopkins è uno dei protagonisti) possono rimediare se incarnano personaggi del tutto inerti, disanimati.
(A.C.)
 
 
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 15-SET-15
 

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